Il segretario nazionale del sindacato agli stati generali di Abruzzo e Molise in una gremitissima aula magna dell’università: “Basta con i tagli alla sanità pubblica”
TERAMO – La Cigl Abruzzo-Molise ha scelto Teramo e l’UniTe per la sua assemblea regionale, che oggi ha riempito in ogni posto l’Aula magna del campus di Colleparco, per salutare la presenza del segretario generale Maurizio Landini.
La presenza di centinaia di delegati e rappresentanti sindacali delle diverse categorie produttive ha caratterizzato questo pomeriggio teramano in cui sono stati dibattuti i tanti temi al centro del dibattito nazionale, a cominciare dalla sanità, al fisco, al salario, alla sicurezza sul lavoro. Landini ha spaziato nel suo intervento su questi temi e sule ragioni dello sciopero generale del prossimo 11 aprile. In particolare su nuovi tagli, Landini sostiene che “si sta smantellando la sanità pubblica e il diritto fondamentale delle persone che è quello della cura. Lo scorso anno nove milioni di persone hanno speso un miliardo per curarsi. Siamo alla follia che i lavoratori dipendenti e pensionati pagano ogni mese un contributo giusto per avere la sanità pubblica ma i tagli che sono stati fatti in questi anni determinano che hai liste d’attesa infinite, che se non paghi non hai la visita, e non è più accettabile. Dietro questo disegno c’è la privatizzazione della sanità mentre bisogna fare investimenti, aumentare e fare assunzioni di medici e infermieri, esattamente l’opposto di quello che sta accadendo“.
Sul fisco, Landini dice: “E’ sotto gli occhi di tutti che non hanno tassato gli extra profitti: hanno fatto un gran casino ad agosto dello scorso anno dicendo che loro tassavano di tutto, in realtà le banche non hanno mai avuto tanti profitti come
quest’anno e non hanno pagato per i profitti che hanno fatto, anzi li hanno redistribuiti. Il paradosso è che siamo in una inflazione come riconosciuto da tutti che è dovuta non l’aumento dei salari, ma all’aumento dei profitti, e siamo di fronte al
fatto che siamo il paese che ha avuto profitti più alti di fronte ai salari più bassi d’Europa“.
“Per noi – ha proseguito – c’è la necessità oggi di rinnovare i contratti nazionali, di chiedere aumenti come si sta facendo, e alcuni risultati si sono ottenuti ma non sono sufficienti. E dall’altra parte c’è necessità di una vera riforma fiscale che vada a tassare seriamente non il lavoro dipende o i pensionati, ma appunto i profitti, gli extra profitti, la rendita finanziaria e soprattutto bisogna fare una vera lotta all’evasione fiscale, mentre qui vengono parlare di condoni. Da ultimo ieri addirittura il governo sta pensando ad ulteriori condoni, siamo alla follia“.
Sugli infortuni sul lavoro, tema attualissimo alla luce dei 181 decessi registrati in questi primi tre mesi del 2024: “Siamo di fronte a una strage con tinua – ha detto -. Quando ogni giorno abbiamo una media di tre morti e i dati vanno peggiorando, possiamo parlare solo di strage: i numeri parlano chiaro, con mille vittime all’anno significa che negli ultimi 20 anni sono morte 20mila persone. Senza contare che ogni anno stanno aumentando gli infortuni, 500mila nel solo 2023 con oltre 70mila malattie professionali riconosciute: quindi si muore sul lavoro, ci si infortuna e ci si ammala. Questo significa che va cambiato il modello con cui oggi si lavora e il sistema dell’appalto, del subappalto e del sottoappalto e della precarietà è quello che va combattuto, proprio un modo di fare impresa e di lavorare che va modificato e noi ci battiamo per questo”.